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Fraccaro (M5S): “Renzi? Il Nerone di Petrolini. Nel Pd chi sbaglia diventa sottosegretario. Ex M5S non alternativi a casta”

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fraccaro-648x330“E’ purificante liberarsi di qualche tossina”. Riccardo Fraccaro, intervistato da IntelligoNews, parla così commenta così la notizia dei cinque dimissionari fuori dal MoVimento dopo l’odierna dichiarazione di Grillo.

Poi, non senza ironia, parla di Renzi “in costante campagna di marketing. È la grande bassezza. Slogan, parole vuote e bugie a tutto spiano sono le armi con cui vuole appagare la sua sfrenata ambizione di potere”. Quanto ai sottosegretari indagati parla di un “doppio volo carpiato del Pd” su cui si sofferma con precisione…

La canzoncina cantata dai bambini ai Renzi ha scatenato molte polemiche. Grillo lo ha attaccato paragonandolo a Mussolini. È d’accordo? Cosa non vi è proprio piaciuto?

«Sono le immagini di un cinegiornale 2.0. Renzi è il vecchio che si ripropone, vuole incarnare la figura  politica dell’uomo solo al comando con tutta la ritualità e la retorica del caso: il capo del governo accolto da bambini festanti lo si è visto solo nel ventennio. Quello mussoliniano, certo, ma anche quello berlusconiano. Renzi prende a modello gli insegnamenti del pregiudicato, l’allievo vuole superare il maestro in una costante campagna di marketing. È la grande bassezza. Slogan, parole vuote e bugie a tutto spiano sono le armi con cui vuole appagare la sua sfrenata ambizione di potere, ma non ha una sola proposta per il Paese. Renzi è il Nerone di Petrolini, rassicura che l’Italia rinascerà più bella e più superba che prima e i mezzi di disinformazione subito esplodono all’unisono in un “Bravo!”, spesso prima ancora che finisca di parlare. Il suo è un regime di cartapesta».

La risposta di Renzi è stata vendicativa: Grillo pensi ai suoi che manifestano con Forza Nuova. Cosa risponde?

«Renzi insulta il Movimento 5 Stelle per hobby, ormai ha lanciato la moda di questo sport nazionale che trova sempre qualche estimatore. Ci chiamano fascisti, nazisti e addirittura satanisti. Tra poco diranno che ci hanno visti in piazza con i neo-monarchici, ma la realtà è che noi abbiamo manifestato sul tetto di Montecitorio per difendere la Costituzione mentre il Pd la calpestava, abbiamo protestato in Aula mentre la sedicente sinistra regalava 7,5 miliardi di euro alle banche al grido di “Bella ciao” applicando la democraticissima tagliola. Vogliono emarginare chi dissente, chi non si allinea al sistema. Infatti non ho mai sentito Renzi attaccare Berlusconi, ma evidentemente è una questione di profonda sintonia. D ‘altra parte il nominato premier da 136 dirigenti di partito Renzi, più che democratico, è democristiano: accoglie missini, piduisti e pregiudicati nel suo gregge. Lui con i fascisti non manifesta: ci governa direttamente».

Nascerà il M5S degli espulsi ma senza Grillo e Casaleggio? Ci sono ancora dissidenti in giro?

«Si sono dimostrati degli opportunisti: invece di dimettersi in quanto sfiduciati dalla base, fanno gruppo autonomo per tenersi il malloppo ed appoggiare Renzi. D’altra parte sanno che da noi chi sbaglia paga, mentre nel Pd diventa sottosegretario. Quindi, come volevasi dimostrare, sono andati via solo perché indegni di rappresentare il M5S: ora faranno i furbetti del movimentino. Andranno a sostenere un governo pieno di indagati, di esponenti di tutte le caste e le cricche d’Italia, di berlusconiani, dalemiani e casiniani: ovvero ciò contro cui si sono candidati. Abbiamo fatto benissimo a proporre la loro espulsione, decisa poi dagli attivisti, e siamo pronti a far rispettare il codice etico che ci siamo dati. E soprattutto l’impegno di restituire i soldi e rendicontare le spese. Più che dissidente, in giro c’è ancora qualche stella cadente».

Ancora nuove fuoriuscite. Cosa succede e quanto pesano numericamente altri 5 grillini fuori dal vostro MoVimento? No rischiate di sfibrarvi alla fine?

«La questione è molto semplice: i senatori Bencini, Bignami, Casaletto, Mussini e Romani hanno presentato le dimissioni non per ragioni personali, ma per una aperta incompatibilità con quanto ratificato dagli attivisti del M5S. Se non si riconoscono nella linea politica del MoVimento allora sono automaticamente incompatibili con il loro ruolo. Non rappresentano i cittadini che li hanno eletti, che ci chiedono di portare avanti il nostro programma e di rispettare gli impegni assunti. Ovviamente per i senatori in questione il vero problema è quello della rendicontazione, ma è proprio questo il punto politico: essere in grado di interpretare l’alternativa al sistema della casta. Loro non lo sono, siano coerenti: escano definitivamente fuori, e chiudano la porta. È la mancanza di trasparenza, passione e onestà che logora chi lascia il M5S per approdare nei lidi paludosi della partitocrazia. Abbiamo bisogno di energie sane per rivoluzionare il Paese, siamo un organismo vivo ed è purificante liberarsi di qualche tossina. La nostra opposizione sarà solo più forte e compatta».

Parliamo dei sottosegretari indagati. La Boschi si è arroccata con tutto il Pd. Voi che farete?

«Il M5S è entrato nelle istituzioni per liberarle dalla casta che le occupa abusivamente e restituirle al loro legittimo proprietario, i cittadini. Abbiamo mandato a casa la De Girolamo durante il Governo Letta, il lobbista che dettava gli emendamenti al capogruppo del Pd Speranza, il doppio-poltronista De Luca che è sempre stato un renziano di ferro. Per questo continueremo a stare con il fiato sul collo di questo governo, che è impresentabile da capo a piedi. Il Ministro Boschi dimostra che il Pd se ne infischia della questione morale e tutela solo gli interessi di bottega: erano loro a chiedere un passo indietro di Alfano e della Cancellieri rispettivamente per il caso kazako e la vicenda Ligresti. La Boschi disse che al posto dell’ex ministro della giustizia si sarebbe dimessa: bene, allora si dimetta al posto di uno degli attuali sottosegretari, ha l’imbarazzo della scelta. Ma naturalmente, con un doppio volo carpiato,  li difende a spada tratta. La differenza è che i fantastici 4, Barracciu, De Caro, De Filippo e Bubbico sono del Pd. Che si dimostra persino peggiore del Nuovo Centro Destra, il cui sottosegretario si è arreso alla nostra pressione. E su questo li metteremo alla berlina, espugnando la loro roccaforte dell’impunità».

Siamo stati richiamati di nuovo dalla Commissione Europea. Un suo commento.

«Non c’era bisogno della commissione Ue per sapere che il Paese è sull’orlo del disastro, anche perché sono proprio i vincoli di Bruxelles che ci hanno trascinati a questo punto. L’attuale classe dirigente, che in questi anni si è sempre sottomessa ai diktat europei, è responsabile di una sostanziale colonizzazione del nostro tessuto produttivo da parte dei poteri forti, dei burocrati e della finanza. Vinceremo le elezioni europee e allora sarà l’Italia a richiamare l’Ue ai suoi doveri: ridiscuteremo i trattati, il funzionamento stesso dei livelli di rappresentanza e soprattutto la permanenza nell’euro. Noi vogliamo che l’Europa sia quella dei popoli, della cultura e della democrazia, non delle banche, della Trilateral e del commissariamento delle istituzioni. Con i partiti di centro, destra e sinistra il nostro Paese è condannato ad essere schiavo del fiscal compact e del pareggio di bilancio, addirittura inserito nella nostra Costituzione. Con il MoVimento 5 Stelle saremo promotori della adozione degli Eurobond, di un’alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune e soprattutto di un referendum sulla moneta unica. Vinciamo noi».


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